Che pubblico si vede a TheOneMilano? “Per lo più europeo, con molti italiani”, rispondono dallo stand di Enjoy Italia, azienda solofrana specialista in abbigliamento in pelle. Non poteva essere altrimenti, visto che il pubblico asiatico è ancora limitato dalle restrizioni ai viaggi e quello dei mercati est-europei soffre le conseguenze del conflitto in Ucraina. Il salone dell’haute-à-porter, di scena a Fieramilano Rho (13-15 marzo) con Micam e Mipel, presenta la forza del capospalla di lusso, che vive (vivrebbe) un suo peculiare momento di vivacità. Ma anche le insidie che si presentano sul percorso. Perché le aziende non possono non fare i conti con un mercato gravato da grandi incertezze.
Cominciamo dalla forza
Al termine dei primi due giorni, gli organizzatori esprimono soddisfazione per l’andamento dell’evento. Perché si è registrato “un buon numero di buyer nazionali e internazionali”, commentano con una nota. E perché hanno incontrato grande interesse gli spazi tematici, come “Slow Fashion Manifesto: le competenze visibili”. La mostra nella mostra, cioè, dedicata ai mestieri della moda e allestita in collaborazione con Confartigianato e con il contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale di ITA/ICE. Il mercato? “Noi mancavamo dall’edizione di febbraio 2020. La voglia di ripartire e di andare avanti c’è – raccontano i fratelli Carlo e Antonio Esposito di Enjoy Italia, azienda che produce anche le collezioni del marchio KV Milano –. Siamo rimasti ottimisti anche durante la pandemia. Fino al 2019 il nostro export era al 100% in Europa. Siamo entrati molto bene in Giappone e ci stiamo muovendo anche in Corea del Sud”. Il pubblico, oltretutto, presenta un buon interesse per il capo in pelle e in montone, con un’estetica vintage e lavorazioni particolari, come la tamponatura delle pelli e le fodere fantasia. Ma, c’è un ma: “Gli ordini ci sono – concludono –, ma i clienti rimangono prudenti. Vogliono aspettare l’estate per vedere la piega degli eventi”.
Le insidie
“La campagna vendita è partita bene, con buoni feedback da Stati Uniti e da alcuni mercati orientali – commenta Alberto Vannuzzo del brand Suprema Venezia –. Il capospalla in montone rimane il fulcro della nostra collezione, ma vanno molto bene anche i cappotti di cashmere cuciti a mano e i capi in pelliccia abbinata a maglie e filati pregiati. Il capospalla di lusso ottiene buoni riscontri”. Da fine febbraio, da quando cioè la Russia ha invaso l’Ucraina, lo scenario è cambiato. “Per fortuna la nostra esposizione su Mosca è inferiore al 10% – aggiunge Vannuzzo -. Negli anni abbiamo saputo articolare una distribuzione equilibrata negli Stati Uniti e in Europa”. Ma l’onda d’urto della guerra si sente. “Un mesetto fa eravamo più ottimisti”, confida Pasquale Gallotti, amministratore delegato dell’omonimo brand. Tra le urgenze c’è anche la questione dei costi, a cominciare dall’energia per arrivare alle materie prime: “Sono aumenti costanti – chiosa –. Negli ultimi due anni abbiamo evitato di ritoccare i nostri listini, assorbendo i rincari. Ma se va avanti così, dovremo aumentare i prezzi che pratichiamo”.
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