Il focus non sta soltanto nella sua dimensione stilistica, ma anche nei materiali scelti per confezionarlo. Perché, se una volta c’era il chiodo, iconico modello di giubbotto in pelle che ha attraversato stili, stagioni e quant’altro, oggi c’è n’è uno d’avanguardia. Lo sviluppa un brand che fa riferimento direttamente a una conceria, di cui è emanazione e già dal nome mette le cose in chiaro sul suo approccio. Si chiama LHOOQ, come la Gioconda con i Baffi di Marcel Duchamp, da sempre simbolo di un’arte che va contro il conformismo, dissacratoria, d’avanguardia.
C’era una volta il chiodo
LHOOQ è, si legge in una nota “un brand che intende rivisitare un capo evergreen e iconico del mondo della pelle, il chiodo”. Lo fa “attraverso le lavorazioni innovative di un giovane designer, Nicola De Piano, e un prodotto fatto con le pelli di Be Green Tannery, fodere di cupro e zip nichel free”. In pratica, si tratta di un “salto dall’essere solo fornitori di pellami – spiega Felice De Piano di Be Green Tannery – a produttori moda”. Produttori, per ora, di una particolarissima collezione di abbigliamento.
L’avanguardia di LHOOQ
“Con LHOOQ – continua De Piano – ci siamo affacciati per la prima volta al mondo retail partecipando, con soddisfazione, all’ultima edizione di White Milano (febbraio 2023, ndr). Non avevamo particolari aspettative, ma il risultato è stato molto interessante”. Dove si colloca l’approccio d’avanguardia di LHOOQ? “Nel livello di sostenibilità dei materiali – spiega De Piano – a partire, ovviamente, dalla pelle, che prima di essere confezionate subisce lavorazioni particolari e inedite”. Per esempio? “Arrivate alla fase di crust tinto, sotterriamo per alcuni giorni le pelli per determinare un fenomeno di ossidazione naturale e, poi, concludere il processo produttivo in conceria. Oppure, immergiamo le pelli per una notte nel cemento. Infine, il pellame è tagliato a Napoli e confezionato a Solofra”.
Target alto
Il target di riferimento di LHOOQ e delle creazioni di Nicola De Piano (diplomato di recente alla Marangoni di Milano) è “alto – continua De Piano -. Abbiamo raccolto interesse da Germania, Medio Oriente e Giappone. Pensiamo entro 2/3 stagioni di inserire in collezione anche gli accessori visto che ci è già stato chiesto di avviare una linea di pelletteria”. Obiettivo finale: “Accendere – conclude De Piano – sempre più fari sul mondo delle concerie per l’elevato apporto alla sostenibilità reale con i suoi prodotti”.
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