Nel pacchetto di chiusure dovrebbe rientrare lo store di piazza San Babila, il primo in assoluto in Italia. Ma H&M (che da qualche tempo perde terreno nella competizione del mass market) dovrebbe rinunciare anche ai negozi di corso Buenos Aires (ancora a Milano), di Cremona e Mestre (Venezia). Un taglio ai punti vendita che porterebbe in tutto a 95 esuberi. Mentre i sindacati si allarmano, dall’azienda spiegano al Sole 24 Ore che “il mercato retail cambia ed è quindi necessario adeguarsi per garantire sostenibilità a lungo termine”. Ne sanno qualcosa gli inglesi di Marks & Spencer, che chiudono il bilancio 2016 con vendite in leggero rialzo (9,5 miliardi di euro, +2,6%), ma con utili in crollo verticale: -71,4%. A pesare sui conti è il percorso di ristrutturazione della catena retail, che perde nell’area Home & Fashion (-2,8%) e va in utile nel Food (+4,2%). Rimanendo in Gran Bretagna, la catena Joy, salvata dall’amministrazione controllata (periodo nel quale ha comunque chiuso 11 store perdendo 87 posti di lavoro), rimane in attività tutelando i 230 dipendenti.
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