“All’inseguimento della pelle migliore”. Potrebbe essere il titolo del docufilm sulla vita di Henry Zaks, il globetrotter della pelle. Appassionato in egual misura di viaggi e di pellami, nel 1975 Zaks ha fondato Seraphin, che produce capispalla da uomo in pelli rare. Alcuni esempi? Le pelli di coccodrillo arrivano dal Sudan, quelle di alce dalla Lapponia, agnello da Eritrea ed Etiopia, cervo dalla Pennsylvania (USA), capra dalla valle dello Hunza in Pakistan, yak dalla Mongolia, caribù dal Canada, renna dalle terre abitate dai Sami. Ogni artigiano confeziona il capo dalla A alla zeta. Gli interni del capo sono in seta o pelliccia. Al cliente, poi, occorrono dai 2.500 ai 50.000 euro per acquistare un Seraphin. Ecco la nostra intervista a Henry Zaks (nella foto tra le sue creazioni).
In attività dal 1975
Fondata nel 1975 e situata nel centro di Parigi, Seraphin è unica tra i marchi di lusso europei. La sua attività si svolge negli storici laboratori di Quai de Valmy, dove si trovavano i conciatori e i pellettieri ai tempi di Napoleone. Qui oggi 35 persone lavorano circa 18.500 metri quadrati di pellame l’anno per ricavare 4.000 capispalla maschili. Il 60% dei quali va all’estero. Il fondatore e attuale CEO di Seraphin è Zaks. Dirige il marchio insieme alla moglie Seraphina, originaria della Calabria. I due si sono incontrati in un’azienda che produceva abbigliamento in pelle. “Le mie competenze sulla pelle sono il risultato di esperienze e di viaggi” afferma a La Conceria lo stesso Zaks, che viaggia in tutto il mondo alla ricerca del pellame migliore. “Il mio pellame preferito? L’agnello proveniente dall’Eritrea per la sua morbidezza, tatto e resistenza” afferma l’imprenditore francese. Che predilige le pelli molto naturali, spesso senza rifiniture, tanto da adeguarsi alle loro caratteristiche come venature, rughe, nervature.
Il processo produttivo
Zaks importa il wet blue in Francia, dove lo rifinisce prima di farselo consegnare nei laboratori parigini di Seraphin. Qui gli artigiani trattano la pelle come fosse un tessuto, e non si pongono limiti. Secondo Zaks la capacità di creare nuove tecniche con nuove pelli è uno stimolo quotidiano. Perché ogni pelle ha le sue peculiarità che permette di lavorarla in modi diversi. “Penso che dal 1975 ad oggi la produzione Seraphin sia cambiata dirigendosi verso una minor quantità e una maggiore qualità. I cosiddetti materiali alternativi? Non sono nei nostri pensieri” risponde Zaks.
La progettazione dei capi
Zaks progetta e realizza ogni capo per mettere in risalto il carattere della pelle con cui si realizza. E ancora oggi ogni singolo artigiano realizza il capo dalla A alla zeta con affilatissimi coltelli da pelliccia. Questo potrebbe rendere ancora più difficile il ricambio generazionale, ma Zaks afferma di non essere preoccupato per la carenza di giovani artigiani. Spera che la sua Seraphin possa durare per secoli (“ma nessuno lo sa!”). E traduce il “lusso” con “piacere”. E il rapporto con l’Italia? A parte la moglie, Zaks ci dice che l’Italia ha fatto parte della sua formazione. E cita l’azienda Sicons “che negli anni ’70 ha rivoluzionato la pelletteria”. (mv)
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