Un matrimonio in salsa emiliana. Un’acquisizione che segnerebbe la nascita di un nuovo polo italiano del premium. E così Liu Jo, gruppo dell’abbigliamento che vanta anche una spiccata proposta calzaturiera in pelle, starebbe facendo più di un pensierino per Blumarine, marchio controllato dalla società Blufin. Secondo MFF, che rivela il retroscena, le due parti (entrambe con sede a Carpi) sarebbero già in fase di due diligence: malgrado una prima offerta sia stata già rifiutata, ci sarebbero i margini perché l’operazione si concluda in tempi brevi.
Le premesse
Non è passato molto tempo, d’altronde, da quando ai piani alti di Liu Jo hanno svelato le proprie carte. Era la seconda metà di marzo quando Marco Marchi, amministratore delegato del brand, annunciando i risultati di bilancio del 2018 (435 milioni, in crescita high single digit sul 2017) spiegava che era possibile cogliere “le grandi opportunità del segmento”, soprattutto sui mercati asiatici, soltanto creando una piattaforma nazionale del premium. L’interesse per Blumarine, dunque, rientrerebbe appieno nella strategia.
Il polo che già c’è
Quelli di Liu Jo non sono i primi a muoversi in questa direzione in Italia. Nella pelletteria è già nato un polo del premium grazie all’intraprendenza di Marco Palmieri, ceo di Piquadro, che negli ultimi anni ha acquisito prima The Bridge e poi la francese Lancel. La crescita delle vendite dice che, finora, il coraggio paga.
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