VF Corp s’aggrappa a Timberland, Vans e The North Face, che gli salvano (quasi) il trimestre

“Il bilancio è solido, i marchi sono forti, la presenza globale in crescita”. Parole di Eric Wiseman, ceo di VF Corp, gruppo leader internazionale del segmento outdoor, che lascerebbero intuire una situazione finanziaria non esaltante, ma perlomeno positiva. Invece no. Il gruppo proprietario di marchi come Timberland, Vans e The North Face, ma anche di una divisione jeanswear che comprende Wrangler e Lee, chiude il terzo trimestre dell’anno leccandosi le ferite: ricavi sotto dell’1,2% a 3,49 miliardi di dollari, vendite totali in calo sempre dell’1,2%, a quota 3,46 miliardi di euro. Non fosse stato per l’escursionismo (tecnico e “da città”) trainato dalla calzatura di Timberland e Vans, le cose sarebbero andate peggio. La divisione Outdoor & Action Sports, infatti, ha portato il suo fatturato trimestrale a 2,3 miliardi di dollari, crescendo del 2%. I jeans, invece, si sono fermati a 701 milioni di dollari, perdendo il 6%. Nei primi nove mesi dell’anno l’utile netto si è ridotto dell’11,9% (809,8 milioni di dollari), mentre i ricavi sono rimasti in linea, a quota 8,7 miliardi di dollari. “Continuiamo a operare – dice Wiseman -in un contesto economico globale difficile, in cui le condizioni di vendita al dettaglio sono particolarmente deboli in America, che è il nostro più grande mercato”. Risultato: previsioni riviste per l’annata in corso, per la quale VF si attende 12,2 miliardi di dollari di ricavi, in crescita del 2%. La metà di quanto messo in programma a inizio 2016.

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