Dopo un 2017 strabiliante, nel primo trimestre 2018 l’export della borsa italiana rallenta (ma rimane su livelli superiori al 2016)

Mentre l’export in volume ha ceduto il 3,6%, quello in valore è aumentato del 7,2%, a fronte di un aumento del prezzo medio dell’11,2%. Concluso un 2017 “strabiliante”, come lo ha definito il direttore generale di Assopellettieri Danny D’Alessandro (nella foto), il primo trimestre del 2018 riparte con risultati che mostrano qualche segnale di rallentamento. Stando ai dati parziali elaborati dal centro studi di Confindustria Moda, i primi 15 Paesi di sbocco mostrano andamenti eterogenei. Solo Germania, Svizzera, Cina e Paesi Bassi crescono sia in valore che in volume, mentre gli USA recuperano in quantità (+33,5%), ma a prezzi decrescenti (-2,5%) e la Russia arresta la ripresa del biennio 2016-2017. “Il posizionamento di Giappone e Corea del Sud, due mercati che funzionano – aggiunge D’Alessandro – conforta la nostra scelta strategica di investirci”. Il mercato domestico langue ancora: la variazione in quantità rispetto al primo trimestre del 2017 è perfettamente piatta (0,0%). Nel totale delle esportazioni, borse e piccola pelletteria rappresentano insieme il 71% delle tipologie di accessorio vendute all’estero, mentre la pelle rappresenta il materiale d’uso per il 48,2% dei prodotti. Malgrado un periodo in chiaroscuro su base annua, il centro studi di Confindustria Moda registra che la borsa italiana si attesta comunque su “livelli superiori” a quelli del 2016.

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