Marzo 2017
Adesso sappiamo quando inizierà davvero Brexit. La fashion industry resta al palo, però, di una politica che non ha le idee chiare.
Si salvi chi Brexit
Le uniche certezze sono che la sterlina si è svalutata e le griffe inglesi vendono di più. Il clima di incertezza blocca gli investimenti, mentre il fashion system britannico, che vuole l’UE, riflette su come riorganizzare la filiera. A tre mesi dal voto le incognite sono ancora tante. Gruppo Mastrotto goes to London.
Pound giù, grezzo su
La sterlina debole rende il bovetto britannico più appetibile. Buyer europei e asiatici si fiondano all’acquisto. Prezzi della materia prima inglese su del 5,4% in tre mesi.
Glitter, fluo, artigianale
Celebrazione degli opposti per lo stile a Llineapelle (20/22 settembre). Lamine e metalli vanno in parallelo con l’hand made. Tanto colore, anche se è inverno. Cavallino, struzzo e rettile. Lavaggio, centrifuga, risciacquo.
Si chiude col botto
A Parigi, ennesima celebrazione in passerella per la pelle. L’ultima fashion week (dopo New York, Londra, Milano) la declina in ogni forma e soluzione. Segnale di vitalità di un materiale quanto mai attuale e necessario. Accessoriata, (simil) sportiva.
Social, ergo sum
Il caso di Simone Castelletti, dallo stage con Diego Dolcini al boom 2.0 di Grace, sandalo di pelle intrecciata. 1.000 paia a stagione per una scarpa che punta a Pitti e White.
Sneaker a peso d’oro
Il fenomeno della sportiva visto dagli USA. Gli addetti ai lavori: “Il trend è duraturo” e tutti i fashion brand lo inseguono. Se per qualcuno fosse un rischio?
C’è crisi, mi butto sul fake
Nessuna (o quasi) novità dalla lotta alla contraffazione in Cina. “La legge c’è, ma solo sulla carta” dice New Balance. Pochi deterrenti e poca “vergogna istituzionale” per una produzione destinata (soprattutto) all’export.
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