Avanti un altro. KIA elimina la pelle dai nuovi prodotti e, udite udite, la sostituisce con bio-poliuretano e la promessa di investire nei “nuovi bio-materiali”. La presa di posizione del brand del gruppo Hyundai Motor Company arriva nell’ambito della presentazione del modello EV9. E si fonda sulla generale pretesa che questa mossa sia parte di un percorso verso la maggiore sostenibilità. Un discorso ormai trito e ritrito.
E ora anche KIA elimina la pelle
KIA in questo modo partecipa a un certo smottamento che ha coinvolto parte del mondo delle quattro ruote. Il brand coreano si aggiunge a un elenco di cui fanno parte Volvo, Mini e Polestar, per fare qualche esempio. E in questo senso ne ripercorre anche gli errori. Lo fa, innanzitutto, partendo dal pregiudizio che la pelle non sia sostenibile: la concia raccoglie e nobilita uno scarto della zootecnia. Dovrebbe essere chiaro a tutti (ma evidentemente non lo è) che senza industria conciaria non avremmo un mondo più pulito e animali più felici, ma al contrario allevamenti ugualmente prosperi e il pianeta pieno di pelli grezze da sotterrare in discarica o trattare nei termovalorizzatori. In seconda battuta, cosa ancor più grave, KIA dimostra di aver fatto suo il secondo pregiudizio tanto in voga nel design: quello secondo il quale i materiali bio-based siano green ed efficienti. Le ricerche scientifiche, quella di FILK nel 2021 e la recentissima pubblicazione di Ars Tinctoria, dimostrano invece che questi materiali non solo non offrono le prestazioni della pelle, ma per di più sono in buona parte nient’altro che plastica.
Il tempo è galantuomo
Proprio perché KIA si inserisce in un filone di brand che abbracciano la causa del “leather-free”, sospendiamo il giudizio e attendiamo che il tempo faccia il suo corso. Abbiamo già visto Polestar e Mini fare le piroette tra “pubblico veganismo” e “privato uso industriale della pelle” (per parafrasare la più nota espressione). Non possiamo escludere che questo non sarà pure il destino del marchio coreano.
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