Sicurezza sui luoghi di lavoro, stabilità nelle relazioni internazionali, sostegno alla domanda. L’industria dell’auto, dalla produzione al mercato finale, è “colpita duro” dalla crisi scatenata dal Coronavirus. Per questo ora arrivano le 25 proposte dei costruttori europei per assicurare una ripartenza solida del settore. Le riporta il documento firmato dalle sigle comunitarie di riferimento delle quattro ruote: ACEA (costruttori), CLEPA (fornitori), CECRA (distribuzione) e ETRMA (pneumatici e gomma).
Il quadro di riferimento
L’auto europea ha, innanzitutto, delle priorità. Quali? “Assicurare la ripresa delle attività (ora che nei Paesi UE le fabbriche sono grossomodo tutte riaperte, ndr) in sicurezza”, per prima cosa. Non basta. È necessario “garantire la liquidità necessaria affinché l’ecosistema economico sia sano” e al contempo “gettare le basi – si legge nel documento – per un recupero sostenibile, sostenendo la domanda di vetture e gli investimenti in tecnologia e innovazione”.
Le 25 proposte dei costruttori europei
Per questo il documento rivolto alla Commissione apre, al primo punto, con la richiesta di “linee guida armonizzate per la sicurezza dei luoghi di lavoro”. I costruttori si dimostrano preoccupati per le relazioni internazionali: chiedono che “il trasporto di beni” sia esentato “dalle eventuali chiusure ai confini”. In più, i manufacturer augurano che faccia capo alla Commissione “il ruolo di fonte centrale di informazione” sulle iniziative degli stati membri a proposito delle possibilità di circolazione di prodotti e persone. Il mercato finale ha bisogno di stimoli, dicevamo. Per questo la riapertura diffusa di concessionarie e showroom va accompagnata da “schemi di sostegno alla domanda di vetture”. La transizione tecnologica, intanto, passa anche dal capitale sociale e per questo i costruttori chiedono incentivi alla “formazione della forza lavoro”.
Leggi anche: