In termini percentuali, la variazione è piccola: +2%. Ma, in questi tempi molto magri, balza innanzitutto all’occhio il segno più. Nel terzo trimestre dell’anno fiscale le vendite Lear sono cresciute, passando dai 4,8 miliardi di dollari dello stesso periodo del 2019 ai 4,9 attuali. Il gruppo degli interni e delle tecnologie per l’auto spiega che il risultato si deve soprattutto all’ampliamento dell’offerta di prodotto. I valori finanziari, intanto, non sono tutti in area positiva. L’utile operativo, ad esempio, si attesta a 327 milioni, meno dei 338 di un anno fa. Allo stesso modo il risultato netto di gestione è di 174 milioni, mentre nel terzo trimestre di un anno fa ne registrava 216.
Le vendite di Lear
La produzione globale di vetture, nel periodo concluso al 3 ottobre, era sì in ripresa rispetto a quello precedente, ma inferiore del 4% su base annua. “Nonostante ciò – commenta Ray Scott, presidente e CEO di Lear –, abbiamo generato margini operativi vicini ai livelli pre-coronavirus in entrambi i segmenti di business. Sono molto soddisfatto della rapidità con cui la nostra attività ha reagito dopo le chiusure del secondo trimestre”. I vertici del gruppo valutano di poter chiudere l’anno nella forbice 16,35-16,65 miliardi di dollari nell’anno: l’ultimo bilancio si è chiuso a 19,8 miliardi. “Fatta salva la possibilità di nuove interruzioni collegate alla pandemia – conclude Scott – o di un cambiamento significativo nella domanda del settore, sono ottimista per il resto dell’anno”.
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