Uno scontro a fuoco (solo mediatico, per carità) che vede lo snob editorialista del Telegraph soccombere sotto i colpi della Federazione britannica della Concia. La prima avvisaglia del conflitto si presenta quando, nella rubrica dedicata alle quattro ruote della pagina Lifestyle del quotidiano inglese, compare un pezzo dal titolo: “La pelle non ha spazio nell’auto moderna”. L’autore, Ed Wiseman, premette che non è vegano o vegetariano, e che anzi consuma in abbondanza carne. Ma poi si chiede se un materiale di origine animale sia ancora coerente per un settore che fa della ricerca e dell’innovazione la propria ragion d’essere. Sostiene quindi che in quanto a durabilità e comfort ci sono materiali alternativi più competitivi ed economici nonché, soprattutto, (parole sue) “migliori” della pelle. Lascia intendere, infine, quanto della materia sia a digiuno quando conclude che la concia presenta costi troppo alti dal punto di vista ambientale e sociale. UK Leather Federation non perde tempo e risponde colpo su colpo, ricordando quanto la concia sia da sempre circolare (riutilizza uno scarto della zootecnia) e come investa nella sostenibilità. L’associazione riporta al giornalista del Telegraph esempi di player europei che spiccano per qualità del prodotto e dell’ambiente di lavoro. E, infine, lo inchioda alle sue lacune. Anzi, al suo “incredibile livello di disinformazione e ignoranza”. Ridurre il dibattito “alla visita alle concerie di Marrakech” non è solo abusare di “uno stanco luogo comune”, ma anche la dimostrazione di non aver fatto alcun lavoro di ricerca. Così come gettare ombre sull’intera filiera della pelle senza ragionare per aree geografiche ed esperienze storiche è “un’assurdità isterica e vistosamente infondata”.
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