Chi può dirsi contento di comprare una vettura da oltre 40.000 euro (nelle versioni più economiche) per scoprire che i suoi interni vegani sono destinati a disintegrarsi, lentamente e ineluttabilmente? Un recente articolo della testata online Auto Evolution riporta la delusione dei clienti di Tesla per le performance dei rivestimenti interni: “Si squagliano, si fondono e per di più puzzano”. Non è la prima volta che da testate e forum rimbalza il disappunto di chi ha investito nelle auto elettriche di Elon Musk, salvo dover fare i conti con l’inadeguatezza dei materiali alternativi alla pelle che montano. Proprio per questo la faccenda si fa interessante: c’è un vero e proprio movimento contro la scelta veg di Tesla.
Gli interni vegani non piacciono e non funzionano
Auto Evolution ricorda che è dal 2016 che Tesla ha rinunciato alla pelle, motivando la scelta su presupposti etici (le alternative sono “cruelty-free”) e prestazionali (“sono più leggere”). Peccato che questi interni non sono all’altezza del posizionamento delle vetture. È almeno dal 2020, sostiene la testata, che sui social si stratificano post di lamentele di chi ha speso tanto per un’auto premium “elettrica e sostenibile”, ma dagli interni che si autodistruggono come un qualsiasi divano di basso profilo rivestito di plastica.
Manca chiarezza
Sul mercato manca chiarezza, lamenta Auto Evolution: al momento dell’acquisto nessuno mette in guardia i clienti di Tesla sugli svantaggi di questi maledetti rivestimenti alternativi. È solo con il tempo (e neanche tanto) che il consumatore si trova a prendere atto della scarsa qualità del materiale su cui poggia le terga. Chissà quanto tempo ancora ci vorrà perché anche Elon Musk (in foto) accetti il verdetto: gli interni veg sono solo un danno reputazionale.
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