Passa il tempo, ma la cosiddetta pelle veg di Tesla non guadagna ammiratori. Anzi. SlashGear, portale online di tecnologia, la stronca senza mezzi termini: non è durevole come la vera pelle, si gonfia ed è di difficile manutenzione. Per di più la redazione di SlashGear affronta un nodo a noi molto caro: riconosce che la definizione di “vegan leather” è fuffa del marketing.
La cosiddetta pelle veg
“Tesla usa per interni materiali che definisce vegan leather, che suona come un ossimoro. Come possono essere allo stesso tempo vegani e in pelle?”, si chiede SlashGear. La risposta, ça va sans dire, è che il materiale non è di pelle: “Tesla impiega un tessuto sintetico prodotto con una combinazione di composti del petrolio e di sostanze chimiche plastiche – risponde alla domanda retorica – utili a ottenere un materiale poliuretanico”. Proprio questa premessa, che dovrebbe essere scontata ma per tanti consumatori non lo è, spiega le pessime prestazioni degli interni.
Quello che non è
Non c’è da stupirsi, quindi, se gli interni di Tesla tendono ad avere impiego breve: sono di plastica. Lo stesso motivo per il quale, oltretutto, hanno un ciclo di vita lungo: non sono biodegradabili. SlashGear invita il lettore a non provare a idratare i sedili con prodotti ad hoc: “Non sono in vera pelle, quindi, non traspirano come la pelle”. Noi consigliamo alla redazione di SlashGear di non cascare nei tranelli del marketing vegano: quando prendono per buono l’argomento che la pelle vegana è brutta, ma sostenibile, sbagliano. Le alternative vegane non sono neanche green: meglio quella naturale.
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