Un altro po’ Volkswagen fallisce, ma pensa a sostituire la pelle

Un altro po’ Volkswagen fallisce, ma pensa a sostituire la pelle

Ok, forse dire che Volkswagen fallisce è esagerato. Ma di certo il gruppo tedesco dell’auto affronta una delle crisi più profonde della sua storia: per la prima volta valuta la possibilità di chiudere stabilimenti in Germania. E quando è in discussione la propria stabilità, di che cosa si preoccupano a Wolfsburg? Di presentare un tessuto sviluppato dalla canapa che imita la pelle.

La volta buona che Volkswagen fallisce

Della crisi di Volkswagen si possono menzionare i numeri più significativi che rimbalzano dalla rassegna stampa. Il brand non ha mai recuperato i livelli di vendita pre-Covid: rispetto al 2019, anzi, ha perso 500.000 vetture l’anno. Nel 2023 ha venduto 9 milioni di auto su una capacità produttiva di 14. Per contrastare il calo del fatturato, in attesa di eventuali incentivi del Governo, il board valuta tagli e chiusure. Ma i sindacati, che in Germania cogestiscono le aziende, sono sul piede di guerra e non vogliono che sia disatteso l’accordo sindacale che tutela i livelli occupazionali fino al 2029. “Il Consiglio d’Amministrazione ha fallito”, tuonano.

L’elettrico, la pelle

Il board ha fallito, per farla breve, nel governare la transizione verso l’elettrico, perché non ha puntato sulle ibride. E ora Volkswagen è tra l’incudine di un mercato in contrazione (nonché assediato dai cinesi) e il martello dei regolamenti europei, osserva il blog Phastidio. E l’ufficio stampa di che cosa si occupa mentre infuria una tempesta del genere? Di lavorare a un materiale “leather-free”, di riciclo e bla bla bla per sostituire la pelle negli interni degli abitacoli. Ah.

 

Un altro po’ Volkswagen fallisce, ma pensa a sostituire la pelleUn altro po’ Volkswagen fallisce, ma pensa a sostituire la pelle

 

Il fumo negli occhi

Potremmo dire più cose. Che l’ossessione perché le auto elettriche siano vegane è tutta occidentale: in Cina le allestiscono in pelle. Che l’equivalenza “sostituzione della pelle” e “sostenibilità” è tutta da dimostrare: finora, anzi, gli studi dicono il contrario. Ma prevalente è una sensazione che abbiamo già avuto in altre occasioni, con le fashion week e con i brand. Cioè che certe volte la fanfara sugli argomenti che ammiccano l’occhio all’universo vegano non è altro che fumo negli occhi: i problemi, anche gravi, sono altrove, ma una spruzzatina di greenwashing aiuta a intrattenere il pubblico con argomenti meno rischiosi.

Foto Shutterstock

Leggi anche:

CONTENUTI PREMIUM

Scegli uno dei nostri piani di abbonamento

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
iscriviti adesso
×