Il gruppo conciario Bridge of Weir e il brand Bentley spiegano bene perché l’auto premium preferisce la pelle. Nonché perché la pelle convince Polestar e supera gli altri materiali. “Non abbiamo intenzione di sostituire la pelle con un materiale sintetico – affermano da Bentley –. Il primo motivo è che i nostri clienti non lo chiedono. La seconda ragione è che la lavorazione della finta pelle offre spesso un equilibrio ecologico peggiore rispetto alla pelle”. La conceria scozzese Bridge of Weir, specializzata nella fornitura di pellami per automotive, ha messo a punto una lavorazione che rispetta i più severi standard sul benessere degli animali, oltre a essere tracciabile e sostenibile. Così ha convinto Polestar, marchio nativo vegano, a introdurre la pelle.
La scelta di Bentley
L’anno scorso Bentley ha consegnato 15.174 auto: un record. Il sito francese L’Argus ha visitato i laboratori dove vengono realizzati gli interni e i sedili. Le pelli provengono dal Nord Europa. Ogni pelle acquistata viene selezionata e scelta da un tecnico Bentley. “Oggi scansioniamo la pelle – spiegano –. La macchina stabilisce uno schema per ottimizzare il taglio in base alle parti inutilizzabili e al profilo del prodotto finale”. Gli interni dei modelli Flying Spur o Continental richiedono tra le 15 e le 18 pelli bovine, mentre per Bentayga ne servono fino a 21. La cucitura a contrasto richiede 20-40 ore per autovettura. Il direttore della produzione Bentley afferma che non ha nessuna intenzione di sostituire la pelle con un materiale sintetico. Primo perché i clienti Bentley vogliono la pelle. La seconda ragione è che Bentley punta alla carbon neutrality in pochi anni e quindi non può utilizzare plastica.
L’auto premium
La lista dei clienti di Bridge of Weir comprende Aston Martin, McLaren, Lotus, Land Rover e Volkswagen, per citarne alcuni. La conceria scozzese afferma che grazie al suo sistema di produzione la pelle può essere prodotta in modo sostenibile ed etico. Primo perché vengono conciate pelli che altrimenti finirebbero in discarica. Secondo perché gli avanzi del processo di concia sono in parte utilizzati dall’industria cosmetica e alimentare. Terzo perché il resto viene conferito a un impianto termico per l’autoproduzione di energia elettrica. Argomentazioni che hanno colpito anche Polestar. Il marchio svedese di auto elettriche ha capito che dichiararsi esclusivamente vegano è stato un errore. Ora utilizza anche la pelle Bridge of Weir per i suoi interni. Tant’è che Fredrika Klarén, responsabile della sostenibilità di Polestar, spiega a MotorTrend: “Tutta la pelle utilizzata rispetta i più severi standard sul benessere degli animali, oltre a essere completamente tracciabile e priva di cromo. Inoltre, il suo processo di produzione circolare brevettato riduce le emissioni di carbonio”. (mv)
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