Prima cannonata. Il presidente USA Donald Trump (nella foto) annuncia l’imminente adozione (anche in contrasto con membri del suo staff, come testimoniano le dimissioni del suo consigliere economico Gary Cohn) di dazi sull’import di acciaio e alluminio. Seconda cannonata: il governo cinese si dice pronto “a una guerra commerciale”. Terza bordata: la Commissione Europea si dice pronta (pur nell’augurio che non si debba arrivare a tanto) ad adottare a sua volta contromisure commerciali. Stando a quanto riporta Bloomberg News, nel dossier dell’UE c’è anche l’intenzione di colpire gli 1,2 miliardi annui di import di beni di consumo tra cui anche tessile, moda e calzature: a questo categoria di prodotti andrà imposta una sovrattassa del 25%. La filiera della pelle guarda con preoccupazione all’escalation (fin qui possibile e ancora scongiurabile) daziaria. Perché se Washington dovesse poi decidere di rispondere, per reciprocità, con misure analoghe la manifattura nostrana avrebbe solo da perderci. Secondo Assocalzaturifici, nel 2017 l’export di scarpe italiano verso gli States è valso oltre 760 milioni di euro. Un tesoretto che non possiamo permetterci di perdere.
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