2024, un annus horribilis per la scarpa di San Mauro Pascoli

2024, un annus horribilis per la scarpa di San Mauro Pascoli

Produzione e fatturato con la peggiore performance del manifatturiero della provincia (quella di Forlì-Cesena). Impianti a regime poco più del 50%. Crollo del mercato interno ed estero. Archiviare il 2024 come annus horribilis pare persino riduttivo per il distretto della scarpa di San Mauro Pascoli alle prese con i peggiori risultati degli ultimi anni. Lo dice il recente Rapporto sull’Economia redatto dalla Camera di Commercio della Romagna sui dati 2024. Una fotografia sui dodici mesi che non include l’attuale crisi di nervi legata ai dazi di Trump che sta ulteriormente preoccupando il settore.

Un annus horribilis

“Il comparto della fabbricazione di calzature è entrato, dal secondo trimestre del 2023, in una profonda recessione che è continuata per tutto l’anno in esame”, evidenzia il Rapporto. I numeri dell’indagine parlano da sé. Crollo della produzione al -22%, con un utilizzo della capacità produttiva pari al 58%. Sull’intero territorio della provincia di Forlì-Cesena, la scarpa è il settore che ha fatto peggio. Davanti a un quadro simile non può che essere negativo anche il fatturato (-16,6%) che registra una contrazione maggiore negli ordinativi interni (-15,6%), che costituiscono circa l’80% del portafoglio ordini per le imprese, un po’ meno contenuto in quelli esteri (-9%).

 

 

Il problema dei dazi

A un quadro già così precario si aggiunge la questione dazi con tutti il carico di incertezze e preoccupazioni. Secondo Marco Piazzi, direttore generale di Pollini e Presidente del CERCAL, intervenuto sulle pagine de Il Resto del Carlino, permane una situazione di grande incertezza nella quale possiamo solo aspettare ed evitare di farci prendere dal panico. “L’export del nostro distretto verso gli Stati Uniti ha sempre realizzato numeri importanti. Dunque, siamo molto preoccupati delle ripercussioni che il dazio potrà avere sui nostri prodotti. Confidiamo, però, nella diplomazia italiana ed europea, affinché questa scelta dell’amministrazione Trump possa essere rivista quanto prima”. Rimane sul piatto la ricerca di nuovi mercati. “È una sfida in cui siamo impegnati da sempre, non certo dal 2 aprile scorso – prosegue Piazzi -. Tra i fronti che riteniamo più interessanti c’è l’India, così come gran parte del continente asiatico. Detto ciò, non credo che perderemo del tutto il mercato americano, semplicemente perché gli USA non hanno, a oggi, un’industria calzaturiera. Importano l’80% delle calzature. Nel post-dazi, come riusciranno ad allestire le vetrine dei loro department store?”.

Un ostacolo in più

Sulla vicenda dazi è intervenuto anche Giuseppe Zanotti dai microfoni di Rai 3 Emilia-Romagna. “I dazi sono un ostacolo in più che si aggiunge a livello psicologico a tutto quanto già di difficile c’era prima”. Il riferimento è alla sua produzione a San Mauro Pascoli, passata dalle 700.000 paia prima del Covid a 270.000. Strategico per la sua azienda è l’export che rappresenta l’85% delle vendite, con una quota del 35% sul mercato americano. “Non riuscirei a dire cosa c’è nel futuro perché ogni anno c’è un’insidia. È davvero difficile fare previsioni”, conclude Zanotti. (ff)

Immagine tratta da cercal.org

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