La rilevazione è firmata APICCAPS (Portuguese Footwear, Components, Leather Goods Manufacturers’ Association) e pubblicata nel’annuale edizione del World Footwear Yearbook. In sintesi: nel 2017 la produzione calzaturiera mondiale è tornata a crescere dopo un biennio piatto. L’anno scorso la manovia globale ha sfornato 23,5 miliardi di paia, +2% sul 2016. Un rialzo “ben distante dal boom del periodo 2010/2014: +15,4%”, ma comunque significativo, dicono i portoghesi. Il Far East resta “il calzaturificio del mondo”, annettendo una quota dell’87% del totale e, al suo interno, la Cina non recupera l’arretramento verificato negli ultimi 5 anni (-6%), ma rispetto al 2016 mantiene la quota (+0,2%). Sul fronte dei consumi, spiega APICCAPS, “nel 2017 l’India ha superato gli Stati Uniti nella classifica dei maggiori acquirenti di calzature”, dove continua a comandare Pechino. Significativa l’analisi del trend del prezzo medio all’export. Nel 2017 il costo di un paio di calzature è cresciuto del 3%, “raggiungendo il livello record di 9,18 dollari al paio”. Un valore che attesta come “nell’ultimo decennio il prezzo medio all’export sia aumentato del 40% in generale e del 60% in relazione alle scarpe prodotte in Asia”. Buoni segnali dall’Europa, che per quanto riguarda l’export “raggiunge il suo market share più alto nel decennio: 13,8% in volume” che in valore si traduce in una quota del “36,7%, il livello più alto degli ultimi sei anni”.