“Di questo passo la concorrenza sleale metterà fuori mercato le imprese serie”. A lanciare l’allarme sono i vertici della provincia di Venezia di CNA (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa). A far montare la preoccupazione è il destino del calzaturiero della Riviera del Brenta, particolarmente provato dalla crisi economico-finanziaria conseguente alla pandemia da coronavirus. Qui dilagherebbero ancora illegalità come il lavoro nero.
La concorrenza sleale
“L’illegalità sta mettendo in ginocchio le aziende serie che rispettano obblighi e adempimenti e pagano le tasse – sottolinea Michele Barison, responsabile per la città metropolitana di Venezia di CNA -. Al punto che di questo passo se non si inverte la rotta sarà la concorrenza sleale a mettere fuori mercato le imprese migliori”. Secondo i vertici dell’organizzazione degli artigiani la lotta all’illegalità diffusa “va messa in cima all’agenda di sindacati e organizzazioni datoriali” perché “su questa partita ci giochiamo il futuro di un’enorme fetta di economia e prospettive occupazionali dei paesi della Riviera”.
Una via d’uscita
Per Barison il tema dovrà essere un punto centrale anche nelle azioni intraprese dalla nuova Consulta Territoriale Calzaturiera. Si tratta dell’organismo territoriale ripartito dopo uno stop su impulso di ACRIB. “Aver ridato ruolo alla Consulta è assolutamente positivo – riprende Barison – così come è opportuno che questo tavolo dia voce comune al settore nei rapporti con la Regione e le altre istituzioni. Crediamo che ormai la piaga del sommerso, del lavoro nero e dell’elusione delle regole sia talmente macroscopica e dilagante da dover essere collocata senz’altro al primo posto tra i nodi da affrontare”. (art)
Foto di repertorio, archivio La Conceria
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