Italia e Spagna: così vicine, così lontane. Nazioni note per la produzione calzaturiera, unite nella valorizzazione del proprio made in, distanti nel posizionamento sul mercato. Prima differenza (dati 2017): l’Italia esporta a 44 euro al paio (con un leggero incremento rispetto al 2016), la Spagna invece a 17 euro (in linea col 2016). Secondo il preconsuntivo Assocalzaturifici, nel 2017 l’export italiano è cresciuto del 3,5% in valore (9,2 miliardi di euro) e dell’1,3% in volume (208,6 milioni di paia). Simili le performance spagnole: le paia vendute all’estero l’anno scorso sono state 157,9 milioni (+2,61%) per un fatturato di 2,67 miliardi di euro (+1,22%). Dalla Spagna in Italia arrivano 16,2 milioni di paia per un fatturato di 260 milioni di euro (prezzo medio: 16,47 euro al paio). Vanno in Spagna circa 10 milioni di paia made in Italy per un valore di 289,79 milioni di euro (prezzo medio di circa 29 euro al paio). I mercati principali della scarpa italiana sono Francia, Svizzera, Germania e Stati Uniti. Quelli della Spagna sono Francia, Italia, Germania e Stati Uniti. L’Italia riesce a vendere le sue scarpe a 155,57 euro al paio ad Hong Kong, a 120,02 euro in Cina e a 108,06 in Corea del Sud. Al massimo la Spagna riesce a vendere le proprie calzature a 46,64 euro al paio (negli Stati Uniti). Il prezzo medio più basso l’Italia lo ha nell’export in Grecia (20,95 euro al paio) mentre la Spagna vende a 9,73 euro al paio in Portogallo. Per capire la differenza prendiamo come riferimento l’export in Cina e Polonia. In Cina l’Italia vende a 120,02 euro al paio mentre la Spagna a 39,41 euro; in Polonia l’Italia vende a 26,94 euro al paio contro i 13,11 euro spagnoli. (mv)
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