La Regione Marche ha avviato le pratiche per chiedere al Ministero per lo Sviluppo Economico il riconoscimento del distretto calzaturiero quale Area di Crisi Complessa. Ora si preme sull’acceleratore affinché la discussione venga avviata, e magari portata a termine, prima delle elezioni, ma l’obiettivo sembra quasi impossibile da centrare. In base ai dati Assocalzaturifici, negli ultimi 15 anni la calzatura marchigiana (calzaturifici e produttori di calzature a mano e su misura, senza considerare l’indotto) ha perso un terzo degli addetti, passando dai 30.000 del 2002 ai 20.600 del 2016. E nei primi nove mesi del 2017 sono stati persi altri 645 posti di lavoro. Un’emorragia che non accenna a fermarsi. Dal 21 novembre al 10 gennaio il Tribunale di Fermo ha ricevuto le richieste di 5 concordati: Manifatture A.G. e Calzaturificio Time di Monte Urano, Daino Shoes di Rapagnano, Suolificio Nuova Linea di Montegranaro e Formentini di Sant’Elpidio a Mare. Oltre questi concordati è in corso la sentenza di fallimento del calzaturificio Smerilli di Monte Urano. Negli ultimi giorni altre aziende di Porto Sant’Elpidio avrebbero palesato difficoltà. I nomi dovrebbero emergere a breve. (mv)
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