Calzatura USA: per prevenire la Trade War i brand rilocalizzano in Asia e i retailer aumentano (troppo) gli stock

Supply chain sotto stress negli USA. Retailer e produttori calzaturieri si stanno cautelando dagli effetti della Trade War con due mosse strategiche: il trasferimento dalla Cina in altri Paesi dell’area asiatica di parte della produzione e un aumento dell’import da Pechino, con un conseguente incremento delle scorte di magazzino così da essere pronti in caso di aumento del dazio. Steve Madden, ad esempio, ha dichiarato di aver compensato gli aumenti dei costi trasferendo alcune fabbriche dalla Cina in altri Paesi o negoziando sconti con i  produttori cinesi. Secondo NRF (National Retail Federation), a dicembre i principali porti statunitensi hanno movimentato 1,97 milioni di container, con un aumento del 13,9% rispetto all’anno precedente e il trend di crescita dovrebbe continuare anche nel primo semestre 2019. “Ma le spedizioni anticipate potrebbero portare a un aumento dei costi di magazzino, riducendo i margini di profitto delle aziende” ha dichiarato Jonathan Gold di NRF a Thomson Reuters. “Macys’ è già alle prese con problemi di questo tipo” sentenzia Simeon Siegel, di Nomura Instinet New York. Altri prevedono che i retailer offriranno maggiori sconti e promozioni proprio per incentivare le vendite qualora i magazzini risultassero troppo saturi. (mv)

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