Soffrire sì, ma non tutti. Quella della calzatura a stelle e strisce è una situazione complessa e differenziata. Da una parte la produzione si interroga sui dazi imposti alla Cina. Dall’altro la distribuzione nazionale oscilla di continuo tra orizzonti apocalittici e segnali di rilancio. Con le dovute eccezioni. Una è rappresentata dal gruppo Caleres (ex Brown Shoe). Un solido portafoglio di brand (che va da Allen Edmonds a DrScholls). Quasi 50 milioni di paia sfornate dalla rete produttiva globalizzata. Un canale commerciale composto da oltre 1.200 negozi. E un bilancio molto positivo.
Una “crescita coerente”
Il gruppo calzaturiero di St. Louis (Missouri) ha registrato vendite record nel secondo trimestre (chiuso il 3 agosto scorso): 752,5 milioni di dollari, +6,5% su base annua. Seppur di poco, ha superato le previsioni degli analisti, ferme a 752 milioni di dollari. Anche il brand di punta del gruppo, Famous Footwear (420 milioni di dollari), ha registrato un aumento delle vendite comparabili dell’1,5%. I profitti rettificati, 62 centesimi per azione, hanno superato il consensus di mercato, pari a 58 centesimi. Secondo Diane Sullivan, presidente e CEO, “l’attenzione costante alle spese ha migliorato la redditività per il trimestre. Come azienda, restiamo concentrati sullo sviluppo di una crescita coerente, redditizia e sostenibile a lungo termine”.
Il bilancio semestrale
Nel primo semestre 2019, Caleres ha registrato un fatturato consolidato di 1,43 miliardi di dollari: +6,8%. Le vendite di Famous Footwear hanno raggiunto i 772 milioni di dollari, mentre quelle degli altri brand in portafoglio (Sam Edelman, Naturalizer, Vionic, Diane von Furstenberg (DVF), Rykä , Dr. Scholl’s) sono arrivate a 700,6 milioni di dollari (+19%). Caleres possiede un hub office in Italia, a Empoli. (mv)
Immagine tratta da caleres.com
