Lo afferma l’Harvard Business Review che prende in esame anche i distretti calzaturieri della riviera del Brenta (Ve) e di Montebelluna (Tv), così uguali ma così diversi. Secondo lo studio è fondamentale il ruolo delle aziende leader, le «knowledge integrator», ossia integratori di conoscenza perché capaci di recepire gli input dei mercati internazionali per poi trasferirli sul sistema locale. Questa è innovazione ed è per questo fattore che la produzione di scarpe non si sposta, ad esempio, in Spagna o Portogallo. Il ruolo del knowledge integrator è efficacemente attuato anche dal “Politecnico calzaturiero” dell’Acrib. «Ci illuderemmo se pensassimo che se siamo bravi a fare una cosa da cent’anni, continueremo a esserlo anche in futuro. È la strada sicura verso il fallimento» ha detto Giulio Buciuni, ricercatore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, secondo il quale non è ragionevole pensare che, una volta in Cina, la produzione torni miracolosamente in Italia. (mv)
Ci voleva uno studio per capire la forza dei distretti italiani
