Aspettative di crescita per vendite, prezzi e per la salute delle imprese del settore calzaturiero globale. È quanto emerge dall’ultima edizione della World Footwear Business Conditions Survey, condotta durante lo scorso mese di ottobre. Una fotografia che definisce un aumento dell’ottimismo degli addetti ai lavori. Tradotto in numeri, per il 2022, la maggior parte degli intervistati prevede una crescita dei consumi di scarpe tra l’1,5% e il 5% rispetto ai livelli pre-pandemia.
Consumi e prezzi
Gli intervistati della quinta edizione della World Footwear Business Conditions Survey sottolineano che, nei prossimi sei mesi, la quantità di scarpe vendute aumenterà insieme ai prezzi. Un’evoluzione positiva rispetto alle prospettive di alcuni mesi fa, al punto che anche la salute delle imprese sarebbe in miglioramento. Ma, mentre gli asiatici si dimostrano particolarmente ottimisti, gli europei lo sono molto meno. Infatti, i primi, prevedono una salute “molto forte” nel 29% dei casi, mentre il gruppo degli ottimisti, tra i secondi, si ferma al 4%.
Fattori di pressione
Attualmente il business calzaturiero è sotto pressione per la ripresa della domanda e per i problemi di approvvigionamento. Il costo delle merci e delle materie prime è la principale fonte di preoccupazione per l’84% del campione. Al secondo posto arrivano i problemi legati alle risorse umane (43%), esplosi con la pandemia. L’aumento dei prezzi delle materie prime si riverserà sui prezzi dell’export. Se nel 2020, per la prima volta in assoluto, la quotazione media di un paio di scarpe ha superato i 10 dollari (10,37 per la precisione), gli operatori prevedono che entro il 2025 salirà a 12,35 dollari (+20%). Tutto ciò, però, non frenerà i consumi. Si stima, infatti, che nel 2022 la crescita delle paia di calzature consumate a livello globale si attesterà attorno al +2% rispetto ai livelli pre-pandemia. (mv)
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