Il Covid nel 2020 appesantisce (e non poco) il bilancio di Yue Yuen. Il gigante asiatico delle calzature ha perso il 16,4% del fatturato, pur giovando di retail resiliente. Maggiore versatilità, estrema flessibilità, tempi di consegna più rapidi e capacità end-to-end sono le richieste che provengono dai brand-clienti. Yue Yuen, anche attraverso l’aumento dei livelli di automazione, sta adeguando la produzione, orientata verso il Sudest asiatico. Il gruppo ha fiducia per il 2021: la situazione pandemica migliorerà, mentre aumenterà la richiesta di articoli athleisure.
Covid nel 2020
Nel 2020 le entrate di Yue Yuen Industrial si sono attestate a 8,4 miliardi di dollari (-16,4%). La perdita ante imposte è di 51,4 milioni di dollari: nel 2019 il gruppo vantava a un utile pre tasse di 448,4 milioni di dollari. L’attività della società è produttiva e retail. Riguardo la prima, il volume d’affari è sceso del 21,3% (4,37 miliardi di dollari), mentre il volume delle scarpe spedite è diminuito del 24,2% (244,4 milioni di paia). Spedizioni ritardate, nonché ordini modificati e cancellati dai clienti, sono le cause di tale flessione. Il prezzo medio di vendita, però, è aumentato del 3,8% (17,89 dollari al paio). La sussidiaria Pou Sheng, che nel 2020 ha perso solo il 5,7% con ricavi a 3,71 miliardi dollari, sviluppa il retail. Il numero di negozi (5.240 a gestione diretta più 3.835 con gestione affidata a terzi in Cina) è sceso di 758 unità.
I progetti
“L’efficienza e il miglioramento dei profitti saranno l’obiettivo principale nel 2021” si legge nella nota diffusa da Yue Yuen. I vaccini, gli stimoli ai consumi e la crescita della tendenza athleisure in Cina sono i fattori di fiducia per il 2021. Il gruppo, inoltre, “in modo prudente e progressivo” aumenterà la sua capacità di produzione nel Sud Est asiatico. (mv)
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