Ha chiuso il 2017 con un fatturato di 30 milioni di euro. L’80% l’ha realizzato grazie all’export e a una strategia di espansione che ha raccolto soddisfazioni “oltre che in Cina” anche “in Asia”, per esempio in “Corea, Giappone, Taiwan e Hong Kong, mercato a sé rispetto alla Mainland China. Strategica inoltre la Russia, dove il gusto dei consumatori si è evoluto molto velocemente negli ultimi anni e oggi è sicuramente più simile a quello italiano rispetto a quanto non sia, appunto, il gusto dei cinesi, in particolare dei millennials locali”. Dichiarazioni di Bruno Fantechi, amministratore delegato di a.testoni, brand bolognese specializzato in calzatura da uomo e donna, rilasciate al Sole 24 Ore. Parole che raccontano la storia di una realtà nata nel 1929 e che oggi è proiettata verso una costante e razionale espansione sui mercati internazionali con un occhio sempre più attento alla Cina, dove da gennaio sono state aperte 3 boutique: una Shanghai e due a Chongqing dove un monomarca vende la prima linea e l’altro solo la collezione I29, stile tecno, target giovane, ma “artigianalità e qualità dei materiali sono le stesse della prima linea: abbiamo giocato sullo stile proponendo modelli e abbinamenti che stonerebbero nella collezione principale. Entro il 2018 apriremo altri sei negozi in Cina, continuando a puntare su un mix delle due anime della nostra azienda”. Non poteva mancare la pelletteria: “La pelletteria e le borse da donna in particolare – spiega Fantechi – sono l’estensione più naturale per un marchio di scarpe. E credo che gli artigiani della calzatura possano inventarsi e fare cose egregie nelle borse. Allo stesso tempo però bisogna trovare una propria identità quando si aggiungono prodotti, per continuare a essere credibili agli occhi del consumatore: per un marchio che ha quasi 90 anni poi è ancora più importante, quindi ci muoviamo con entusiasmo, ma senza fretta, per le borse”.
TRENDING