Tre milioni di paia di stivali venduti nel 2019. Erano la metà rispetto a 5 anni fa. Blundstone compie 150 anni con la prospettiva di raddoppiare ancora le quantità vendute nei prossimi 5 anni. E, di raddoppio in raddoppio, il brand propone i suoi modelli come un’alternativa alla sneaker.
Dalla Tasmania con furore
L’azienda è nata nel 1870 e veniva gestita dalle famiglie Cuthberton e Blundstone. Nel 1932, il nipote dei Cuthberton divenne unico proprietario, ma decise di mantenere il nome Blundstone, molto più facile da pronunciare e ricordare. Nello stesso anno fondò la Blundstone Ltd. a Hobart, capitale della Tasmania, isola a Sud dell’Australia, dove tuttora svolge una parte della produzione. Altri siti produttivi, attivi dal 2007, sono in India e Tailandia.
Rete commerciale
Le ultime novità riguardano l’apertura al retail. Come riporta Fashion Network, Blundstone vende direttamente in Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti. Negli altri Paesi la vendita avviene attraverso distributori locali. In Italia, così come in Spagna e in Svizzera, il marchio è distribuito da WP Lavori in Corso. Complessivamente Blundstone è distribuito in circa 10.000 negozi multimarca (di cui 2,500 in Australia).
Solo stivali
L’azienda, che dà lavoro a 70 persone, vende quasi esclusivamente stivali (169-210 euro). Tre milioni di paia quelli venduti nel 2019, il doppio rispetto al 2014. L’obiettivo è di arrivare a 6 milioni di paia nel 2024.
Alternativi alla sneaker
“Penso ci sia ancora molto che possiamo fare con gli stivali, nostro DNA e core business da oltre 150 anni. Sentiamo infatti di poter espandere questo prodotto (realizzato anche nelle versioni per bambini) anche in altre aree, geografiche e produttive. E riteniamo che offra un’alternativa interessante e versatile alle sneaker e alle scarpe per la città” ha affermato Adam Blake, top manager di Blundstone, (mv)
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