Le parole sono importanti. Anche nel mondo delle sneaker. Lo sanno bene in Adidas, con migliaia di paia di Yeezy restano in magazzino. È il lascito della burrascosa fine della collaborazione con il rapper e stilista americano Kanye West dopo le frasi antisemite rilasciate ad ottobre 2022.
Migliaia di Yeezy restano in magazzino
Le sneaker da 220 dollari, realizzate in collaborazione con West restano in magazzino. Il nuovo CEO della multinazionale tedesca, Bjørn Gulden, non fa mistero delle difficoltà di Adidas. Ritirare dal mercato le Yeezy, come riporta Time, significherebbe causare un calo potenziale delle entrate pari a 1,2 miliardi di euro. Quindi: cosa fare di queste sneaker? Fino a pochi mesi fa erano oggetto del desiderio di fasce trasversali di consumatori. Oggi, complici le parole utilizzate da West, insieme creatore e ambassador delle Yeezy (e sospeso anche da Instagram e Twitter per i suoi post offensivi), hanno perso appeal. Adidas aveva puntato molto sulla co-lab: fino alla metà del 2022 i ricavi di Yeezy erano aumentati rispetto agli anni precedenti, arrivando a costituire il 7% del fatturato dell’azienda (circa 1,7 miliardi di euro).
And now?
Le soluzioni possibili sono diverse, visto che non è ipotizzabile distruggerle. L’effetto boomerang in termini di inquinamento ambientale sarebbe l’unica cosa assicurata per il tormentato board di Adidas. Tra le strade percorribili c’è quella di vendere le Yeezy con il solo marchio Adidas. Ma anche attivare una combo riutilizzo-beneficenza. Le Yeezy potrebbero diventare base di partenza per realizzare altre sneaker, utili a designer emergenti per mettersi alla prova. Ma anche diventare parte di collezioni da donare a chi vive la guerra e gli effetti devastanti dei conflitti ogni giorno.
Foto by Unspalsh / David Lezcano
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