I terzisti romagnoli della scarpa fanno gruppo. Rerum-Rete Rubicone Moda raggruppa 17 imprese, 650 addetti, il 20% di tutta la forza lavoro del distretto calzaturiero di San Mauro Pascoli. “Rerum è nato per difendere e valorizzare l’identità del distretto di San Mauro Pascoli davanti ad una concorrenza esercitata a colpi di prezzi al ribasso dall’Asia, Est Europa e Italia” afferma il suo presidente Paolo Raggini. Il consorzio di aziende sta predisponendo un manifesto da sottoporre ai giganti del lusso che danno lavoro al distretto.
La rete dei terzisti romagnoli
Tacchifici, tomaifici, bordifici. Non solo: ricamifici, produttori di semilavorati, accessori e decorazioni. E ancora: trancerie, giunterie, progettisti di campionari e suolifici. Sono i settori in cui operano le 17 imprese del distretto di San Mauro Pascoli che hanno aderito a Rerum. L’obiettivo è chiaro: esaltare le qualità del territorio che circa dieci anni fa è stato ribattezzato “distretto della felicità”. Perché? Per la conciliazione tra tempi di lavoro e vita privata. Qualità premianti in un mercato in cui il prezzo conta tantissimo, ma non può essere l’unico criterio di scelta per le griffe quando devono affidare le lavorazioni. Tra i competitor delle aziende romagnole non ci sarebbero solo le imprese asiatiche e dell’Est Europa, ma anche quelle italiane capaci di offrire un prezzo più basso.
Le convinzioni
“Siamo convinti che il distretto del Rubicone possa essere un vero e proprio villaggio diffuso delle competenze. Qui si delinea una filiera di qualità trasparente – dicono i promotori di Rerum a Il Resto del Carlino –, basata sul rispetto dei diritti dei lavoratori, che rappresentano il perno di tutto il nostro progetto”. “Offrire la soluzione migliore a chi cerca la perfezione” è uno degli slogan di Rerum. (mv)
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