La crescita dell’export calzaturiero non compensa il crollo del mercato interno. I dati sul primo semestre 2012, presentati oggi a Milano, certificano il dramma dei consumi e del retail nazionale, sul quale grava peraltro l’incognita di un nuovo aumento dell’Iva. La spesa delle famiglie italiane cede un ulteriore 6,1% e va sotto i 3 miliardi di euro (2,887), con punte del -8,8% per la donna e del -8,3% per l’uomo. A crescere è soltanto il bambino (+8,7%). L’export nei primi cinque mesi progredisce del 4,9% in valore e dell’1,4% in quantità, trainato dal Far East (+15,5% complessivo) e dalla Russia (+16,4%). Si rafforza la leadership francese tra le destinazioni delle nostre calzature, con 531,7 milioni di euro e +7,2% sul 2012; a seguire Germania (-1,3%) e Usa (+5,4%). “Non basta cercare di esportare sempre più, bisogna fare qualcosa per il mercato italiano” ha detto il presidente Assocalzaturifici, Cleto Sagripanti, aggiungendo che nella sua regione, le Marche, ci sono aziende “che lavorano quasi esclusivamente per l’interno e sono in grossa difficoltà”.
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