Il distretto calzaturiero fermano è campione di export, ma non basta per fermare la crisi. Secondo i dati contenuti nel Monitor dei Distretti delle Marche diffuso da Banca dell’Adriatico, nel 2012 l‘export del distretto fermano è cresciuto del 5,8% (meglio del dato regionale che è +4,1%), con un ottimo +8,2% fatto registrare nell’ultimo trimestre del 2012. L‘aumento delle esportazioni rivelato nel 2012 è il risultato della strategia diffusa delle imprese che, ormai da qualche stagione, stanno fuggendo dal mercato italiano per cercare riparo all’estero. Bene le vendite in Russia che, dopo il crollo del 2009, sono cresciute ininterrottamente fino al 2012 permettendo al distretto di raggiungere nuovamente i massimi storici. Ottime le performance in Cina, Hong Kong e Giappone, aree in cui il distretto ha raggiunto nel 2012 i 98 milioni di euro (nel pre-crisi i livelli di export superavano di poco i 20 milioni di euro) con una variazione del 50,3% e anche negli Stati Uniti, dove la variazione è stata del 16,4% sfiorando quota 100 milioni di euro. Male un mercato primario tradizionale come quello tedesco: nel 2012 l‘export è sceso del 3,8%. Ma non tutte le aziende locali hanno gli strumenti per globalizzare a questo livello la loro attività. Risultato: aumenta il ricorso alla cassa integrazione. Nei primi due mesi del 2012 le ore autorizzate erano state 41.164 mentre nello stesso periodo di quest’anno le ore sono state più del doppio: 89.974. (mv)