La Riviera del Brenta cerca la via per ripartire. ACRIB, insieme ai rappresentanti sindacali di CGIL, CISL e UIL del calzaturiero, hanno definito le strategie per rilanciare il distretto. Per esempio, puntare sulle politiche attive e sulla formazione. Ma, anche, ricompattare la filiera produttiva e sviluppare nuovi progetti legati alla sostenibilità in tutte le sue declinazioni. Il “pacchetto” è stato sottoposto anche alla giunta della Regione Veneto per attivare gli strumenti necessari.
La via per ripartire
Secondo gli ultimi dati elaborati dal Centro Studi Confindustria Moda per Assocalzaturifici, in Veneto nel 2020 il numero di imprese (calzaturifici e produttori di parti) ha registrato una variazione pari a -36 unità, tra industria e artigianato. Un calo accompagnato dal saldo negativo di 399 addetti. L’export ha segnato una flessione dell’11,1% in valore sul 2019, tra calzature e componentistica.
Le proposte
“Alla luce di questo scenario ACRIB, FILCTEM-CGIL, FEMCA-CISL e UILTEC-UIL del Veneto ritengono fondamentale intervenire innanzitutto in materia di formazione”. Come? “Mediante progetti di breve-medio e lungo termine – scrivono le organizzazioni in una nota congiunta -. Nel primo caso, sono percorsi da attivare nel periodo di utilizzo degli ammortizzatori sociali Covid-19, per riqualificare il personale occupato in azienda e per preparare quelle figure professionali che, ad oggi, non sono facilmente reperibili. I piani a lungo termine, invece, prevedono una formazione di alto livello per favorire l’evoluzione del distretto e per governare gli scenari futuri che il settore calzaturiero dovrà affrontare”. Centrale, per quanto riguarda l’aspetto formativo, sarà naturalmente il ruolo del Politecnico Calzaturiero.
Il commento
“Oggi, a causa della crisi pandemica, il calzaturiero della Riviera del Brenta necessita di politiche industriali specifiche che devono essere condivise da tutti gli stakeholder” spiega il presidente ACRIB Gilberto Ballin (nel riquadro). “Per dare seguito alle nostre proposte programmatiche, servono investimenti ministeriali e regionali a lungo termine, anche attingendo alle risorse del Next Generation Europe – continua -. Nel contempo, è indispensabile un forte rilancio del sistema delle relazioni industriali e sindacali. Siamo convinti che, dal confronto tra le parti, possano scaturire le condizioni per governare questa decisiva fase di cambiamento”.
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