“Addio al terzista”. Vi sembra esagerato il titolo che abbiamo scelto per il focus su La Conceria n. 12? A noi no. Perché la figura del fornitore come s’intendeva un tempo è scomparsa. Quella del piccolo laboratorio, per intenderci magari, della realtà a conduzione familiare, specializzata in una fase molto determinata di lavorazione del prodotto. Sul numero del mensile in distribuzione presso gli abbonati (“Che Cosa ci Siamo Persi”) proviamo a fare il bilancio del 2022 per l’area della pelle. È cambiata la supply chain globale, osserviamo. Di converso muta anche il ruolo del terzista.
“Addio al terzista”
L’ultimo anno ha sancito l’affermazione sul mercato quello che potremmo definire “il terzista evoluto”. Perché oggi “i referenti produttivi di brand e griffe sono vere e proprie industrie che, prima ancora del prodotto, vendono servizi”, si legge su La Conceria n. 12. Per riuscirci, i terzisti “controllano la produzione in modo scientifico” e, se necessario “attivano Academy formative interne”. In questo modo “sono diventate leader dell’outsourcing pellettiero e calzaturiero”.
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