La sneakermania, la concorrenza dei brand sportivi e il calo delle nascite. Il gruppo francese Noël, specializzato nella produzione di scarpe da bambino, è finito in bancarotta. Il tribunale commerciale di Rennes ha concesso all’azienda la proroga delle attività fino al 15 dicembre. Sono coinvolti nella vicenda 89 dipendenti, di cui 62 nella sede centrale. Il calzaturificio produce anche in Tunisia, dove ci sono circa 700 dipendenti.
Il calo del fatturato
Il calzaturificio Noël, fondato nel 1927 e proprietario dei marchi Babybotte, Noël-Kids, Mary Isa-Minibel e Easy Peasy, fatturava 105 milioni di euro nel 2007. Nell’ultimo esercizio, chiuso nell’aprile di quest’anno, le vendite si sono fermate a 18 milioni di euro. Già nel dicembre 2014, l’azienda era stata costretta a licenziare, mentre nel 2016 il tribunale commerciale di Pau aveva approvato il piano di riorganizzazione. Dopo cinque stagioni in cui il portafoglio ordini sembrava essersi ripreso, la situazione è peggiorata dall’inverno del 2018.
Le ragioni della crisi
Patrick Noël, CEO del gruppo, ha spiegato così la crisi: la tendenza sneaker (“le giovani mamme che hanno sempre indossato sneaker le comprano anche per i loro figli”); la concorrenza dei marchi sportivi e il calo delle nascite. Le filiali tunisine del gruppo non sono direttamente interessate dagli eventi francesi, “ma è certo che queste società potrebbero essere influenzate dagli eventi successivi” ammonisce lo stesso Noël.
Le prospettive
La direzione del gruppo Noël è in contatto con diversi potenziali acquirenti per garantire la continuità dei marchi dell’azienda e le consegne per l’estate 2020. Per vedere se effettivamente ci sarà interesse nel rilevare l’azienda, o i suoi marchi, bisognerà attendere l’11 ottobre, termine ultimo per la presentazione delle offerte al tribunale commerciale. (mv)
