“Io, quando giocavo, le tenevo sul comodino”. Il bomber Pippo Inzaghi ospite a “Il Veneto fa le scarpe al mondo”

“Sono scaramantico: se portavano bene non cambiavo mai le scarpette, facendo impazzire gli sponsor. Sono arrivato addirittura a ricucirle pur di non indossare il nuovo modello che mi veniva proposto”. Oggi i grandi campioni di calcio sgambettano sul manto erboso indossando scarpini rosa, rossi, gialli fluorescenti, spaiati. Per Filippo Inzaghi non era così. “Superpippo”, uno dei grandi goleador della Serie A, ha raccontato del suo rapporto con gli scarpini da calcio nel corso dell’evento “Il Veneto fa le scarpe al mondo” svoltosi ieri all’Orto botanico di Padova e organizzato da Corriere del Veneto e Corriere Innovazione. “Le scarpe sono state fondamentali, in particolare quando giocavo a Leffe” racconta l’attuale allenatore del Venezia. In quel suo primo anno da professionista Superpippo le teneva “sul comodino in camera. Le pulivo, le ingrassavo e ci facevo sempre la doccia, fino a mettere la carta sulla punta tentando di allargarla – prosegue l’ex bomber -. Negli anni sono molto migliorate anche se io ero uno che faceva soffrire i miei sponsor”. Gli scarpini più importanti della sua carriera, quelli con cui realizzò una doppietta al Liverpool nella finale di Champions League del 2007 indossando la maglia del Milan, “li tengo in una stanza con i cimeli di famiglia”. L’incontro, partecipatissimo, si è aperto con una relazione su “Il futuro della scarpa” di Fabrizio Dughiero, prorettore al Trasferimento Tecnologico e ai Rapporti con le Imprese dell’Università di Padova. A chiudere, un talk a cui hanno partecipato il presidente ACRIB Siro Badon, l’amministratore delegato PittaRosso Andrea Cipolloni, l’ad del Politecnico Calzaturiero Stefano Miotto, il presidente Diadora Enrico Moretti Polegato e il presidente di Lotto Sport Andrea Tomat.

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