Gli eredi di Jan Antonin Bata (1895-1965), fondatore dell’omonima multinazionale delle calzature, hanno intentato una richiesta di risarcimento al ministero delle Finanze slovacco per le proprietà confiscate nell’immediato dopoguerra, al tempo della Cecoslovacchia.
Il ministero delle Finanze di Bratislava si è limitato a confermare di aver ricevuto tale richiesta, senza ulteriori commenti.Jan Antonin Bata era negli anni Trenta uno degli uomini più ricchi del mondo. Dopo la fine del secondo conflitto mondiale, fu espropriato dell’immenso patrimonio con l’accusa di essere stato un collaboratore degli occupanti nazisti. Furono applicati contro di lui i Decreti Benes, vale a dire le normative emanate dall’allora presidente Edvard Benes contro i collaborazionisti e dirette alla espulsione dei tedeschi.
Lo scorso aprile le autorità slovacche hanno cancellato la vecchia sentenza del 1947 nei confronti di J. A. Bata, riconoscendone l’innocenza, come già fatto nel 2007 dalla Repubblica ceca.
E proprio quest’ultima novità ha convinto i discendenti di Bata, ora residenti in Brasile, a chiedere di essere risarciti. John Nash, nipote di Jan Antonín morto in esilio nel 1965, che guida oggi la schiera degli eredi, ha detto di lasciare mano libera al governo slovacco di decidere il livello di compensazione, pur sostenendo che il valore degli immobili è dell’ordine di miliardi di euro. (mc)
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