Gli stivali australiani sono ormai ostaggio di chi delocalizza

Gli stivali australiani sono ormai ostaggio di chi delocalizza

La produzione di stivali australiani, da sempre simbolo di qualità e tradizione, sta affrontando una trasformazione strutturale. Marchi storici come RM Williams, Baxter o Blundstone, un tempo celebrati per l’artigianalità, sono stati recentemente criticati per il calo degli standard. A dimostrarlo ci pensa lo youtuber Weston Kay che taglia letteralmente le scarpe in due per scoprirne i segreti. Ma al netto della qualità, l’industria degli stivali australiani ha subito un declino dovuto soprattutto all’abbattimento dei dazi. Che negli anni ’80 e ’90 ha esposto i produttori locali alla concorrenza globale. E se i grandi marchi si sono adattati delocalizzando la produzione, i piccoli artigiani come Jess Wootten lottano per mantenere viva la tradizione delle calzature fatte a mano.

Dazi al contrario 

Con l’apertura dei mercati e la diminuzione delle tariffe protezionistiche negli anni ’80 e ’90, i produttori di stivali australiani hanno dovuto affrontare una concorrenza internazionale aggressiva. Marchi storici come RM Williams e Blundstone hanno adottato strategie diverse per adattarsi. RM Williams ha mantenuto parte della sua produzione in Australia, mentre nel 2007 il marchio della Tasmania Blundstone ha spostato gran parte della sua manifattura in Asia, eliminando circa 350 posti di lavoro, come sottolinea la stampa locale. La crescente preferenza per materiali più economici e leggeri ha portato, tra l’altro, a un impoverimento della manifattura, e a un calo di qualità. Un esempio è quello di RM Williams, al centro di un video dello youtuber Weston Kay che ha sezionato uno stivale per indagarne il vero valore. Secondo il professore Roy Green dell’Università di Tecnologia di Sydney, la scomparsa di migliaia di prodotti australiani è dovuta a una serie di riforme economiche attuate dai governi Hawke-Keating. Ma se da un lato i dazi hanno per lungo tempo protetto le aziende australiane all’epoca tutte a conduzione familiare, dall’altro hanno contribuito all’aumento dei prezzi.

 

 

Qualcuno resiste

Ci sono però alcuni produttori locali che portano avanti la tradizione. Come fa l’artigiano Jess Wootten, che rappresenta ormai una minoranza e che continua a realizzare stivali su ordinazione con metodi tradizionali. “Non c’è nessuno che faccia calzature con cucitura a vivo. Ce n’erano circa una dozzina quando ho iniziato”, sottolinea Wotten, che da 17 anni gestisce un’attività di pelletteria fondata dal padre, specializzata nella produzione di articoli fatti a mano. Una tradizione che evidenzia anche il lato culturale degli stivali australiani, icone ormai riconoscibilissime. Ogni anno Wootten realizza circa 400 paia di stivali con il suo piccolo team in un’ex fabbrica di munizioni di Ballarat, Virginia. Insomma, qualcuno resiste.

Foto Blundstone

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