“Ho capito che bisogna tirar fuori le unghie, essere combattiva, aggiornata su tutto perché oggi c’è una competitività estrema. Non ti puoi rilassare un attimo”. Annie Fabbioni, 30 anni, selezionata tra gli emerging designer al Micam di febbraio 2019, proviene da una famiglia calzaturiera marchigiana: eppure delle scarpe non ne voleva proprio sapere. Si è laureata in Architettura all’Università di Pescara nel 2013, ma poi (anche a causa della crisi dell’edilizia) ha preso armi e bagagli e si è trasferita a Milano per frequentare il master in Luxury Accessories Design & Management dell’istituto Marangoni. E dal capoluogo lombardo non se n’è più andata. Terminati gli studi, ha subito trovato lavoro come stilista di accessori e poi ha fondato il suo marchio di scarpe Annie Gestroemi. “Design, arte e architettura sono uniti dalla creatività – dice –. La calzatura mi permette di esprimere la mia creatività, anche meglio dell’architettura, dove ci sono molti vincoli da rispettare”. Annie è un’ex cestista, nonché amante dei viaggi: “Parto anche da sola, senza prenotare. Il viaggio è fondamentale per tutti i creativi, perché offre sempre nuovi stimoli”. L’architetto-designer si definisce determinata e testarda: “Se ho un obiettivo da portare a termine, finché non ci riesco non mollo la presa”. Il suo carattere, insieme agli stimoli (e alla competitività di una città come Milano), l’hanno trasformata in una macchina da guerra, capace di fare tesoro di ogni esperienza lavorativa. “Cosa dicono i miei genitori? Si erano già immaginati una figlia architetto (come il padre ndr) e ora se la ritrovano stilista. All’inizio è stato molto difficile convincerli che mi sarei trasferita a Milano per un corso di moda. Ora invece sono i miei fan più accaniti”. Annie Fabbioni ha iniziato anche a collaborare con il calzaturificio di famiglia, avviando un confronto generazione non semplice, dal punto di vista organizzativo e di mentalità gestionale.
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