La scarpa di Montebelluna è la più resiliente di quella del Brenta e di Verona. La calzatura veneta sta affrontando un generale rallentamento. Che non placa la necessità (e la conseguente difficoltà) di reperire nuove figure professionali. Lo sportsystem (600 aziende con 8.000 addetti) sembra scivolare meno degli altri settori e ha il clima dalla sua parte. Il futuro del Brenta (480 aziende con 10.000 addetti), dove si annida la produzione per il lusso, si chiama personalizzazione. Il cluster veronese (500 imprese per 5.000 addetti) fa più fatica: è l’area dove le turbolenze finanziarie e geopolitiche si sentono di più. Ad accomunare i tre distretti veneti è l’emergenza manodopera.
Montebelluna è la più resiliente
A Montebelluna stimano di chiudere il 2023 con un aumento dei ricavi tra l’1 e il 2% rispetto all’ottimo 2022. Grazie ad un ultimo periodo dell’anno positivo sostenuto dalle nevicate nelle Alpi, che inducono ottimismo per la stagione sciistica. “Il 2024 sarà in ogni caso migliore, anche grazie agli effetti dei grandi investimenti in tecnologia affrontati dalle aziende” afferma Gianni Frasson, presidente della Fondazione Sportsystem, a L’Economia del Corriere della Sera. Oltre ai valori, Frasson vede anche un aumento dei volumi produttivi. La spia è la continua ricerca di manodopera qualificata.
Brenta: emergenza occupazione
Il presidente del gruppo Calzatura di Confindustria Veneto Est Daniele Salmaso conferma con la stessa testata il rallentamento della produzione della Riviera del Brenta. Rallentamento iniziato nel secondo semestre a causa del calo degli ordini dalle griffe. Salmaso vede un futuro tracciato da influencer e personalità di spicco in voga tra i giovani. “Credo che nel consumatore stia nascendo una voglia di personalizzare l’acquisto. E questo porterà alla creazione di prodotti ed etichette nuovi” afferma lo stesso presidente. Anche nella Riviera del Brenta c’è l’emergenza occupazione: “Facciamo una grande fatica a sostituire il personale che va in pensione. I giovani continuano ad essere poco attratti dal nostro ambiente, nonostante le consistenti innovazioni tecnologiche introdotte” conferma Salmaso.
Verona: il 2024 senza una vera ripresa
Marina Danieli, presidente di Confindustria Moda di Verona, affronta il tema della difficoltà di reclutare figure specializzate. Anche in un distretto che sta pagando più degli altri veneti la congiuntura attuale. E dà la colpa alla delocalizzazione degli anni ’80 e ’90. “Purtroppo hanno generato una rottura nella trasmissione delle abilità che oggi stiamo pagando”, afferma Danieli. Le previsioni per il 2024 non sono brillanti. Anno in cui la stessa presidente non si attende “una ripresa significativa”. (mv)
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