L’obiettivo della scarpa sudamericana: aumentare la produzione. In Venezuela la produzione è ripresa e copre un quarto del fabbisogno interno. In Perù, per salvaguardare la produzione locale, hanno deciso di prorogare per 5 anni i dazi antidumping per le calzature dalla Cina. In Argentina arrivano le commesse di New Balance e Le Coq Sportf (con impatto sull’occupazione).
Aumentare la produzione
Secondo il presidente della Camera venezuelana delle calzature (Cavecal), Tony Di Benedetto, il settore copre circa un quarto della domanda nazionale. Ovvero 15-18 milioni dei 60 milioni di paia necessari. Lo riporta Cuero America. Secondo lo stesso Di Benedetto, i costi di produzione sono “al di sopra dei livelli ottimali“, a causa della mancanza di materia prima e della carenza di manodopera.
Il protezionismo del Perù
L’Istituto peruviano per la Difesa della Concorrenza (Indecopi) ha annunciato la proroga fino al 30 novembre 2026 dei dazi antidumping sulle calzature dalla Cina. Una decisione scaturita a seguito di uno studio condotto dallo stesso Indecopi sull’impatto delle calzature cinesi sull’economia peruviana. Lo si legge su World Footwear.
Buone notizie dall’Argentina
Due buone notizie per l’Argentina. New Balance produrrà nella zona industriale di Puerto Tirol, nella provincia di Chaco. Nasceranno 250 nuovi posti di lavoro. Secondo i programmi, la produzione partirà a febbraio 2023, dopo la formazione del personale. Per portare avanti i piani, New Balance collaborerà con l’azienda Chaco Punto Medium. Anche la francese Le Coq Sportif ha deciso di tornare in Argentina. Lo farà attraverso la collaborazione con la società Bicontinentar. L’azienda argentina ha aperto la sede a Chivilcoy, provincia di Buenos Aires, nel maggio 2021, dopo aver acquistato lo stabilimento dal gruppo brasiliano Paquetá Calçados. Oggi impiega 500 dipendenti, un numero che entro la fine del 2022 potrebbe arrivare a 600. (mv)
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