Il primo semestre di Yue Yuen: -19,4% e meno produzione cinese

Il primo semestre di Yue Yuen: -19,4% e meno produzione cinese

Migliorare la supply chain per renderla più flessibile. Trasferire le produzioni fuori dalla Cina per ridurre i costi. E anche, forse soprattutto, per evitare i dazi USA. È la strategia di Yue Yuen che, però, continuerà ad avere un approccio prudente sugli investimenti. Il colosso dell’outsourcing sportivo, che fa base a Hong Kong, ha chiuso il primo semestre 2020 con ricavi per 4,08 miliardi di dollari. In pratica, ha perso il 19,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Il primo semestre di Yue Yuen

Yue Yuen ha chiuso il semestre con una perdita di 123,6 milioni di dollari rispetto all’utile di 145,6 milioni di un anno fa. I ricavi della divisione produttiva del gruppo (sneaker, scarpe casual/outdoor e sandali sportivi) sono diminuiti del 16,7% a 2,24 miliardi di dollari. Il volume delle calzature esportate è diminuito del 20,4%. In paia: 129,9 milioni. Motivo: la minore efficienza operativa (ritardi nelle spedizioni e riduzione e cancellazione di ordini) causata dalla pandemia. Le entrate della divisione retail, che fa capo alla controllata Pou Sheng, hanno perso il 15,3%, chiudendo il semestre a 1,67 miliardi di dollari.

Massima allerta (per tante ragioni)

“L’impatto di Covid-19 diminuirà, ma non scomparirà nei prossimi trimestri” spiega la società in una nota. “La domanda globale rimarrà probabilmente contenuta e potrebbe essere ulteriormente influenzata da ricorrenti ondate di contagi. Il management continuerà a cercare il modo di migliorare l’efficienza e la produttività per contrastare le significative pressioni sui costi che il nostro business manifatturiero deve affrontare”. Una pressione sulla quale pesano anche “l’acuirsi delle tensioni tra Stati Uniti e Cina, ma anche l’esito incerto delle elezioni presidenziali americane”.

Meno Cina

A fronte di tutto ciò, Yue Yuen manterrà, nel breve periodo, un approccio prudente negli investimenti. “Il gruppo riprenderà il suo programma di investimenti per diversificare l’allocazione delle produttività tra i diversi Paesi. Accelerando ulteriormente il ritmo della migrazione delle capacità verso regioni competitive dal punto di vista dei costi. Ciò consentirà di soddisfare meglio le richieste di flessibilità dei clienti e i requisiti specifici dei Paesi di origine in risposta alle tariffe commerciali statunitensi”. (mv)

Immagine tratta da yueyuen.com

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