“Sarebbe dovuto durare una stagione: è diventato un classico”. Pierre Hardy, direttore creativo delle collezioni calzaturiere di Hermès (e, dal 2001, anche dell’alta gioielleria,) si esprime così parlando dell’iconico sandalo Oran. In altre parole, il modello con il quale la maison francese ha creato un must anche nella scarpa.
Il sandalo Oran
Fondata nel 1837, maison Hermès era poco rappresentata nel segmento calzaturiero. Fino a quando un giovane Pierre Hardy, ex ballerino con il sogno di fare l’architetto, ispirato da “un disegno che le donne africane dipingevano sulle case, molto grafico e affascinante” crea il sandalo flat Oran. In altre parole, un modello semplice con l’H (l’iniziale della maison) in vitello a fare da tomaia. Correva l’anno 1997. “In pratica volevo fare una non-scarpa” ha detto anni fa Hardy in una intervista rilasciata a The Telegraph.
Hermès Hall of Hame
Oggi Oran è inserito nella Hall of Fame di Hermès accanto ai pezzi più iconici, come le borse Kelly e Birkin. Eppure, chi ha disegnato Oran non lo pensava affatto. “L’avevo disegnato perché era semplice e naturale. Pensavo sarebbe stato perfetto per una collezione estiva dedicata all’Africa. Avrebbe dovuto durare una stagione ed è diventato un classico” spiega Hardy su Il Sole 24 Ore. Sarà, ma attorno a questo modello aleggia anche una sorta di leggenda. Quella che vuole (come racconta Marie Claire) Jacqueline Kennedy Onassis calzare il sandalo Oran alcuni anni prima rispetto a quando, nel 1997 (tre anni dopo la sua morte) appare in passerella.
La continuità di Hardy
“Quello che cerco di fare con le collezioni è proporre una continuità. Ma anche prodotti diversi che un giorno potrebbero diventare classici, esattamente come è accaduto con Oran. Per far questo bisogna captare la necessità del momento. Possiamo chiamarla moda o desiderio, e in un certo momento determina la voglia di qualcosa rendendola attuale” spiega lo stilista. (mv)
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