“Navighiamo a vista. Impossibile fare qualsiasi previsione per il futuro”. Lo dice Luca Rossetti, CEO di Fratelli Rossetti, alla luce della guerra in Ucraina, dei nuovi contagi Covid e dell’aumento dei costi. “Tutte le previsioni che avevamo fatto per quest’anno, al momento, sono state inevitabilmente disattese o quantomeno rinviate al 2023”. Rossetti invoca l’intervento del Governo “per contenere i danni alle imprese”. L’azienda punta sul mercato europeo per compensare le perdite dei turisti russi in Italia.
Il buon 2021
Fratelli Rossetti ha chiuso il 2021 a quota 40 milioni di euro di fatturato: +40% rispetto al 2020 e -20% sul 2019. L’azienda contava di recuperare il gap con i livelli pre-pandemia, in toto o in larga parte, quest’anno. Ma ora sono cambiate le carte in tavola. “Gennaio e febbraio sono stati mesi ancora di piena pandemia, in giro c’era poca gente e, nonostante i saldi invernali, le vendite sono state basse” ha osservato il CEO con Il Fatto Quotidiano.
Il mercato russo
Il mercato russo generava solo il 5% del fatturato. Ciò che preoccupa Fratelli Rossetti è l’assenza dei turisti russi in Italia. “Nei prossimi mesi avremo quindi perdite su due fronti. Per questo è necessario che il Governo intervenga tempestivamente per contenere i danni. Non trovo giusto che a farne le spese siano ancora una volta le aziende. Ci aspettiamo misure per evitare di mettere ancora una volta in crisi il nostro settore“.
“Navighiamo a vista”
Pesano gli aumenti dei materiali. Rossetti indica un aumento del 20% per i componenti metallici rispetto al 2021 e un +5-6% per i pellami. Ne consegue la difficoltà di adeguare con la stessa frequenza il listino prezzi. L’azienda, così come le altre, deve affrontare la sfida della supply chain: “Nelle scorse settimane non riuscivamo a reperire un tipo di suola in gomma che è alla base di alcuni nostri modelli e questo ha avuto conseguenze sui ritmi di produzione” è la testimonianza del CEO di Fratelli Rossetti. L’azienda di Parabiago ora punta sull’Europa, con nuove aperture in programma in Svizzera, Francia e Germania. “Se c’è una cosa buona che ci hanno lasciato questi due anni di pandemia è proprio un aumento della clientela europea che, in un certo senso, ha compensato l’assenza dei turisti asiatici e americani”. (mv)
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