Jones Group ha incaricato la banca di investimenti Citi Bank per cercare acquirenti ai brand in portafoglio, che al momento sono 35. Tra i più prestigiosi: Nine West, Brian Atwood, Stuart Weitzman ed Enzo Angiolini, con prodotti che si estendono dalla calzatura, ai gioielli al denim. “I department store si sono evoluti in direzione del contemporaneo e della qualità – spiega Janet Kloppenburg di JJK Research – e Jones non ha seguito il trend. I maggiori detentori di brand come VF e PVH si sono accodati e hanno sfruttato anche l’onda internazionale. Questa è la problematica che sta degradando i bilanci di Jones”. Negli ultimi anni all’interno del gruppo sono arrivati marchi nuovi, ma con effetti non soddisfacenti: “Fatta eccezione per Weitzman – continua l’analista – molte acquisizioni hanno riguardato brand troppo piccoli per muovere l’ago della bilancia”. Guidata da Nine West, la divisione calzatura e pelletteria costituisce oggi il 52% dei proventi del gruppo contro il 48% del 2011, mentre il denim rimane al 20%. Sempre nel 2012 gli incassi sono stati di 3,8 miliardi di dollari, con perdite per 56 milioni e incassi in discesa del 19,1% (752 milioni persi) rispetto al 2011. Il gruppo newyorkese da quattro anni è impegnato nella cura dimagrante delle linee sportive, che ha portato alla chiusura di 500 negozi, 103 dei quali nel 2012, mentre 50 sono a rischio nell’anno in corso. Le sofferenze sono anche il prodotto di una transizione tra lo sportivo e la scarpa di lusso, visti gli ambiziosi progetti espansionistici sulla collezione di Atwood, scarpa conosciuta per i modelli sexy. (pt)
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