Le esportazioni del Salento crescono del 25% nel primo semestre 2018 rispetto al 2017, per un fatturato che supera i 300 milioni di euro: a segnare il passo di questa crescita è il settore tessile-abbigliamento-calzaturiero, il TAC del tacco d’Italia che punta a rialzarsi investendo nella produzione per marchi di lusso e che detiene il secondo posto nella bilancia delle esportazioni di quest’area della Puglia dietro il settore dei macchinari. Il trend positivo del calzaturiero con circa 37 milioni di euro, tra gennaio e febbraio 2018, ha registrato un incremento di oltre il 37%, mentre il settore dell’abbigliamento con 35 milioni di euro sfiora il 14% di incremento rispetto allo stesso periodo del 2017. “I dati positivi dell’export salentino anche nel secondo trimestre del 2018, in particolare quelli del calzaturiero e dell’abbigliamento – commenta Alfredo Prete di Unioncamere Lecce – fanno ben sperare che la crescita non sia un fatto sporadico. L’auspicio è che il TAC torni ad essere uno dei pilastri della struttura produttiva del Basso Salento, come lo è stato per un lungo periodo, durante il quale è stato in grado di sostenere i livelli occupazionali e quindi un relativo benessere economico delle famiglie di molti comuni della provincia. La globalizzazione e in particolare la concorrenza delle produzioni asiatiche ha letteralmente spazzato via moltissime imprese del tessile-abbigliamento-calzaturiero: basti pensare che le imprese del TAC attualmente sono 1.247, nel medesimo periodo dell’anno 2000 erano ben 2.098. I dati diffusi in questi giorni sembrano dire che le nostre imprese, quanto meno quelle che hanno puntato sull’innovazione e sulla qualità, stanno riconquistando i mercati esteri”. Ma dove finisce la produzione del TAC salentino? In Svizzera principalmente, dove sono arrivati capi di abbigliamento per 22,3 milioni di euro e calzature per 17,8 milioni di euro. (aa)
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