Velocità, elasticità, sostenibilità. Unendo questi tre elementi GMI (Gruppo Manifatture Italiane) ha risposto agli scossoni produttivi ed economici della pandemia. Il polo toscano della calzatura di fascia alta (circa 1 milione di paia all’anno di capacità produttiva e 4 stabilimenti di proprietà: River, Energy, Claudia e Broma), ha parato bene i colpi nel 2020 e ora, come ci racconta il CEO Alberto Zunino (nella foto), si prepara a un’ulteriore crescita. Anche in termini dimensionali.
Com’è cambiato il mondo calzaturiero in questo ultimo anno e mezzo?
“La fascia alta della produzione, quella a cui ci affacciamo noi, ha una capacità di reazione diversa rispetto ad altri segmenti. Nonostante questo, ne ha risentito in modo importante. Per GMI l’impatto nel 2020 ha riguardato soprattutto i volumi, scesi del 25-30% rispetto al 2019. Direi che dopo il rallentamento e il blocco della prima parte dell’anno abbiamo assistito a una ripartenza incerta, basata più sugli ordini e meno sulla strutturazione di collezioni”.
E il cliente?
” Il cliente è più attento e demanding. I produttori devono essere più sofisticati e precisi, devono fornire ai brand ciò che chiedono. Bisogna dare maggiore accesso a informazioni su tempi di consegna e avanzamento delle commesse lungo la filiera. Questi sono aspetti sui quali non credo che si tornerà indietro. Allo stesso modo, l’asticella resterà alta per sostenibilità, trasparenza e tracciabilità. I brand sono sempre più esigenti rispetto a questi temi”.
Due dimensioni di crescita
Come sta affrontando questo nuovo mondo?
“Puntiamo a crescere secondo due dimensioni. Da un lato vogliamo far crescere i nostri calzaturifici con l’attuale parco clienti per soddisfarli in tutte le loro richieste. Così possono evolvere sotto l’aspetto dell’organizzazione e del controllo dei processi produttivi. Dall’altro abbiamo sempre lo sguardo rivolto a possibili operazioni straordinarie, quindi a un proseguimento del percorso di aggregazioni di capacità produttive. Una crescita organica che prevede, insieme, delle acquisizioni”.
I numeri del 2021 sono positivi?
“Pensiamo di tornare ai livelli del 2019 nel 2022. Quest’anno dovremmo registrare una crescita in doppia cifra, intorno al 20%”.
Leggi anche: