La contraffazione non colpisce solo il lusso e i brand più diffusi, ma anche le piccole aziende. Lo dimostra la vicenda che vede coinvolto il calzaturificio Termical che produce scarpe col marchio Bruno Parmigiani. Una donna inglese acquista un paio di scarpe classiche, da uomo, numero 42, in un mercato a sud di Londra. Le scarpe non la soddisfano, vorrebbe sostituirle. La donna cerca online il produttore e lo contatta. “Non appena ricevo la foto delle scarpe mi accorgo che qualcosa non torna. Mi sono fatta spedire le scarpe e così i miei sospetti si erano rivelati fondati: le calzature non sono state prodotte da noi” ci spiega Monia Parmigiani, titolare del calzaturificio con sede a Montegranaro (Fermo). “Non mi sarei mai immaginata di essere protagonista di un episodio di contraffazione che di solito riguarda i grandi brand” prosegue l’imprenditrice che si è posta il dubbio di quante scarpe fake con il suo marchio potrebbero essere in commercio: “Da un lato mi fa ridere, dall’altro chi viene in possesso di prodotti non originali può abbinare il nostro nome a una scarsa qualità e, infine, anche volessi controllare o difendermi è impossibile. Registrare il marchio in tutto il mondo ha costi insostenibili per aziende piccole come la nostra” conclude Monia Parmigiani che ha poi provveduto a inviare al cliente britannico una scarpa fatta su misura, per la quale ha ricevuto grandi complimenti. (mv)
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