Nel quinquennio che va dal 31 dicembre 2018 al 31 dicembre 2023 un calzaturificio su quattro ha chiuso. Sono i numeri della crisi del distretto romagnolo, tra San Mauro Pascoli, Gatteo e Savignano sul Rubicone. Numeri emersi in un incontro organizzato in occasione della Giornata del Made in Italy dalla Camera di Commercio della Romagna, alla presenza delle associazioni di categoria. Quali? Confindustria Romagna, CNA Forlì-Cesena e Confartigianato Cesena. Durante l’incontro sono emersi i timori ma anche le proposte per affrontare la crisi.
Addio a un calzaturificio su quattro
L’analisi del distretto calzaturiero romagnolo è partita dai dati. Nel quinquennio in analisi le imprese attive sono diminuite del 23,4% mentre le localizzazioni attive dell’11,2%. Per “localizzazioni attive” si intende l’insieme di tutte le sedi di impresa attive e le relative unità locali. Nell’ultimo anno le cose non sono andate meglio. Le ore autorizzate di cassa integrazione in provincia di Forlì-Cesena sono aumentate del 120%. Mentre il valore della produzione del quarto trimestre 2023 è sceso del 29,8% rispetto all’analogo periodo del 2022. Il bilancio del 2023 registra una contrazione del 12,2% rispetto al 2022.
Le preoccupazioni
Nel corso dell’incontro sono emerse preoccupazioni per la tenuta sociale del territorio, in quanto tra la cassa integrazione e l’eventuale riduzione dei posti di lavoro l’impatto sulle famiglie è forte. Non solo. C’è anche il timore che possano essere disperse le competenze professionali acquisite in tanti anni di attività. Un’altra riflessione è che per ogni calzaturificio che chiude non ve n’è un altro che apre, come si nota dal saldo negativo delle imprese. Le associazioni, in maniera congiunta, hanno affermato la necessità di un piano straordinario di supporto alle imprese. Un piano fondato da azioni di sostegno: ammortizzatori sociali per i lavoratori e sostegni e incentivi per l’innovazione e per la “lettura” dei mercati per le imprese. (mv)
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